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Da dipendente a freelance. Sogno o realtà?

Da dipendente a freelance

Il passaggio da dipendente a freelance non è mai indolore.

L’entusiasmo, benché sia il primo motore di un cambiamento, quando è troppo e incontrollato, può rivelarsi un cattivo consigliere. Pianificare, quindi, diventa la parola d’ordine.

Molti freelance, ripercorrendo a ritroso il loro percorso, ricordano di aver commesso qualche sbaglio, a volte grave, a volte meno. Tutti questi errori, però, hanno il pregio di aver insegnato qualcosa a chi aveva voglia e intenzione di imparare.

Ciò premesso e stabilito che non esistono regole rigide o trucchi magici per evitarli, si possono adottare alcune strategie efficaci per limitarli, riducendo così l’impatto del cambiamento che, va ribadito, sarà comunque rilevante.

Vediamo allora quali sono i passaggi più importanti, tenendo presente che non sono elencati nell’ordine in cui andranno eseguiti.

Indice

Definisci gli obiettivi

La prima cosa da fare è chiedersi: cosa so fare?

  • Scrivere, revisionare
  • Amministrare, governare, dirigere
  • Sviluppare siti web, e-commerce, videogame
  • Disegnare, illustrare
  • Occuparmi di marketing
  • Gestire finanze, risparmi
  • Organizzare eventi
  • Ecc.

Successivamente, dovrai stabilire in quale segmento del Mercato vuoi collocarti. Dovrai quindi individuare chi sono i tuoi potenziali clienti e suddividerli per tipologia. Ovviamente, la tipologia di clienti di un developer è differente da quella di un grafico, ma per tutti vale la distinzione tra persone fisiche e giuridiche.

💡 Esempio

Se i clienti sono persone fisiche, alcuni dati comuni possono essere:

  • età
  • genere
  • tipo lavoro
  • localizzazione
  • abitudini di spesa
  • bisogni, necessità

Se sono persone giuridiche i dati comuni di solito sono:

  • imprese individuali o società
  • settore pubblico o privato
  • tipo di attività, ambito di appartenenza
  • dimensioni, fatturato

Dopo aver stabilito chi sono i tuoi potenziali clienti, dovrai chiarire quanto vuoi o devi guadagnare per stare a galla, chi ti aiuterà o ti ostacolerà nella transizione, i problemi che potresti incontrare, quanto tempo puoi dedicare alle attività preparatorie, quando potrai lasciare il lavoro da dipendente.

Studia la concorrenza

Prima di pensare di lanciarti, devi capire quanti e quali sono i tuoi competitor, cioè con chi dovrai scontrarti per trovare un posto nel Mercato. Questa fase è fondamentale, in quanto ti aiuta a stabilire in partenza se c’è un margine per te o se il Mercato è già saturo. In questo caso, non è impossibile entrare, ma è molto più difficile. Per superare questo ostacolo devi avere ottime frecce al tuo arco, devi essere un fuoriclasse nel tuo settore o qualcosa di simile.

Pianifica le spese

Calcola tutte le spese e i possibili ricavi. Detto così è molto spiccio, ma in sostanza si tratta di preparare un piccolo business plan. Non servono calcoli stratosferici o grafici complicati. È sufficiente indicare le spese (dai materiali di consumo, alle bollette, dai contributi previdenziali alle tasse, ecc.).

Da prevedere anche la spesa per l’iscrizione a una cassa malattia e infortuni o per la stipula di un’assicurazione integrativa che copra i periodi di eventuali malattia o infortunio. A questo calcolo aggiungerai una realistica previsione delle entrate, basata sui passaggi successivi.

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Alcuni clienti pagano vista fattura, altri a 30, 60 o più giorni. Fermo restando che dovrai valutare con attenzione se accettare o meno clienti che pagano a più di 60 giorni, nel business plan dovrai collocare nella timeline sia gli incassi, che le spese. In questo modo, avrai sempre chiaro quanto tempo dovrai rimanere “scoperto” prima di incassare le fatture.

Verifica il quadro normativo e previdenziale


Per evitare sorprese dopo il lancio, è meglio informarsi prima su regime fiscale, iscrizione a INPS, eventuali albi professionali e altri adempimenti.

Puoi risparmiare qualche visita dal commercialista cercando le informazioni online: ci sono molti siti che le offrono gratuitamente. In questo modo, puoi stabilire subito se il “passo è più lungo della gamba” ed evitare spese inutili.

Se la cosa a un primo sguardo è fattibile, quando andrai dal professionista, avrai un primo quadro da sottoporre, studiare e verificare.

Stabilisci processi e strumenti di lavoro

Scegliere in anticipo software per fatturazione, archiviazione documenti, comunicazioni coi clienti riduce lo stress, soprattutto nei primi mesi. Ci sono strumenti efficaci in Rete, qualcuno anche gratuito o a costi contenuti. Valuta quelli più adatti al tuo caso, senza sovradimensionarli. L’ideale sono quelli modulabili, perché crescono a mano a mano che cresce il fatturato.

Scegli i consulenti di fiducia

Scegliere il commercialista e se possibile anche un avvocato di fiducia è un altro passo importante e obbligato. Il consulente fiscale è quasi d’obbligo, in quanto può aiutare ad evitare errori che possono costare caro.

Analogamente, anche l’avvocato può essere importante. Le sue consulenze saranno meno frequenti (si spera), ma sono comunque indispensabili in caso di controversie. All’inizio, si può optare per piattaforme online. Ce ne sono diverse che mettono a disposizione servizi di buona qualità a prezzi abbordabili. L’importante è prestare attenzione a chi dare la propria fiducia.

Metti da parte qualche risparmio

Prima di buttarsi, è meglio accantonare una quota sufficiente a coprire le spese iniziali e il primo periodo, in cui forse scarseggeranno i clienti o non saranno costanti. Se c’è capienza, accantona anche un’ulteriore quota per coprire i periodi di magra, anche quando l’attività si sarà consolidata. Questa seconda opzione, però, si può rimandare a un secondo momento, quando la situazione si sarà stabilizzata.

Definisci tariffe e politiche di pagamento

Stabilisci un listino e condizioni contrattuali chiari (acconti, scadenze, modalità di pagamento, penali) così da comunicare subito professionalità e ridurre rischi di insolvenze.

In ogni caso, vale sempre la regola di seguire il tuo fiuto: se al momento della trattativa senti odore di bruciato, scappa a gambe levate. Se vuoi qualche dritta come evitare brutte esperienze puoi leggere questo articolo.

Prepara un piano di crescita personale

Formazione continua, corsi di aggiornamento, sviluppo di nuove competenze. Non basta partire da freelance, bisogna anche restare competitivi e uno dei modi più efficaci, se non l’unico, è continuare ad aggiornarsi.

Dovrai quindi prevedere le eventuali spese e il tempo da dedicare a questa attività, tutt’altro che secondaria. Puoi decidere di farlo a scadenza settimanale, mensile o trimestrale. Puoi chiedere supporto al tuo consulente di fiducia oppure iscriverti a una o più newsletter di portali di economia o d’impresa. Puoi anche collegarti regolarmente ai servizi della Camera di Commercio del tuo territorio e se disponibile, attivarne le newsletter.

Trova in anticipo i clienti

Affinché la previsione delle entrate sia il più possibile realistica, è meglio stilare un elenco dei possibili clienti da contattare e coi quali si può realisticamente ipotizzare di instaurare una collaborazione. Se l’elenco è troppo scarno, bisogna rimpinguarlo con azioni mirate, online e offline, per esempio, creando una rete di contatti.

Crea una rete di contatti

Frequenta eventi, community, gruppi professionali, forum anche prima di lasciare il lavoro da dipendente, per costruire relazioni e potenziali collaborazioni.

Il networking prima di lanciarsi nel freelance world è fondamentale non solo per non ritrovarsi soli al momento del bisogno, ma anche per preparare il terreno alla semina: le probabilità che nascano piante forti aumentano sensibilmente.

Crea il tuo sito web

Preparare il proprio sito web è un passaggio obbligato e dovrà essere allestito con cura: diventerà la vetrina dei servizi che offri. Lo stile dovrà riflettere le tue caratteristiche. Potrà essere sobrio, ironico, classico o moderno. In ogni caso, dovrà trasmettere fiducia e professionalità.

Definisci il personale branding

Non basta avere un sito: occorre chiarire posizionamento, valori, proposta di valore unica, tono di voce. In altre parole, il personal branding. Serve per distinguersi e attrarre i clienti giusti. Anche questi aspetti andranno curati con l’agenzia o l’esperto di comunicazione. Se sei del settore, ovviamente, il percorso sarà meno complicato. Attenzione, però, a fare tutto in autonomia. Uno sguardo esterno è essenziale per trovare falle, identificare eventuali errori e aggiustare il tiro.

Pianifica le azioni di marketing

Per fare in modo che l’attività di freelance non abbia vita breve, è necessario pianificare anche le azioni di marketing che andranno messe in atto. L’ideale sarebbe consultarsi con una buona agenzia di comunicazione. Se il budget non lo permette, si può optare per un freelance esperto nel campo.

Si chiederà di preparare un piano marketing di base, anche minimo, preventivarne le spese, studiare le piattaforme o i media su cui comparire con il proprio profilo o la propria pagina e stabilire i contenuti da pubblicare attraverso un piano editoriale.

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Se la tua specialità è la scrittura di testi, potresti considerare di scriverli tu, d’accordo con il tuo consulente, così da risparmiare qualcosa sui costi.

Cura benessere e work-life balance

La libertà può trasformarsi in burnout se non si stabiliscono orari, confini e routine sane. Uno dei pericoli più insidiosi è rappresentato dal confine che stabiliamo tra vita lavorativa e personale.

Cancellare o limitare troppo la seconda può portare a squilibri, spossatezza, ansia che non solo fanno male alla salute, ma incidono anche sui risultati professionali. Il benessere psico-fisico non è un optional, ma un obiettivo primario.

Se ti ammali o ti stressi fino ad esaurirti, non raggiungerai gli obiettivi pianificati e rischierai di “bruciare” il tuo progetto, vanificando gli sforzi fatti fino ad allora.

Ne vale la pena?

Prevedi un piano B

A volte, pur preparandosi adeguatamente e facendo tutto il possibile per arrivare all’obiettivo, qualcosa va storto. Intendiamoci: gli ostacoli da superare sono all’ordine del giorno. Passare da dipendente a freelance non è una passeggiata in pianura, ma una ripida salita in montagna.

Tuttavia, può accadere che per cause esterne alla tua volontà, il progetto non si realizzi: un lutto improvviso, un’ingente spesa, un incidente, un malore o una malattia importante possono alterare pesantemente il quadro di partenza e ridurre le probabilità di riuscita fino ad azzerarle.

Ecco perché è sempre meglio tenere nel cassetto un piano di emergenza, una scialuppa su cui salire nel caso la nave affondi. Nell’immediato può essere un familiare o un amico a cui appoggiarsi temporaneamente. Ma è necessario prevedere anche una soluzione a lungo termine.

Anche questo fa parte delle prime valutazioni da considerare. Inoltre, se sei più vicino all’età della pensione che dell’apprendistato, dovrai ponderare meglio la tua uscita dal lavoro dipendente. Questo non significa che non lo puoi fare, ma devi preventivare le difficoltà di rientrare nel mondo del lavoro, se il progetto dovesse fallire.

Conclusioni

Lasciare il posto di lavoro, se non si è fortemente sostenuti o non si hanno dei capitali da parte, è un’impresa complicata, per qualcuno può anche essere un sogno inarrivabile. Valutare in anticipo costi, benefici e conseguenze rappresenta il miglior modo per limitare errori di valutazione e dolorosi fallimenti.

Non temere di farti aiutare da chi è del mestiere e non lesinare con le consulenze prima di partire. Potrebbe evitare brutte cadute da cui, a volte, ci si rialza troppo ammaccati. O non ci si rialza.

Foto di Pete Linforth da Pixabay