Prima di entrare nel vivo dell’argomento, diciamo subito che, più che “pretendere” sarebbe più opportuno usare il verbo “tendere”. Meno perentorio, addolcisce un po’ i termini della questione e presume una maggiore disponibilità.
Tendere al meglio o a un miglioramento delle proprie condizioni di vita, personali e/o professionali, è un’aspirazione umana comprensibile, condivisibile e legittima.
Anzi, desiderare una posizione lavorativa adatta alle proprie aspirazioni e capacità è auspicabile per diversi motivi:
- lavorare in un ambito che piace, in linea con le proprie attitudini e competenze professionali, oltre a contribuire a creare un clima più sereno, dà anche più soddisfazione;
- chi lavora con serenità e soddisfazione rende meglio e di più;
- chi rende meglio e di più apporta vantaggi non solo a se stesso, ma anche all’azienda e all’ambiente in cui lavora.
Tutto molto bello, almeno sulla carta.
Ma, se volessimo approfondire, bisognerebbe andare oltre e chiedersi: quanto tutto questo è davvero fattibile e conciliabile con la dura realtà?
E qui si apre il dibattito: c’è chi dice che è impossibile e chi invece sostiene che dipende dalle circostanze, chi parla di responsabilità o priorità e chi di necessità.
Chi ha ragione e chi ha torto?
Nessuno.
O meglio: dipende dai punti di vista, in quanto ci sono sia tesi a favore, che contro, ciascuna con solide motivazioni a sostegno.
Proviamo ad analizzarle nel modo più obiettivo e rigoroso possibile. Ognuno, poi, trarrà le proprie conclusioni.
Indice
- Benessere psicologico e motivazione
- Maggiore produttività e qualità del lavoro
- Sostenibilità a lungo termine
- Realizzazione personale
- Maggiore adattabilità ai cambiamenti
- Difficoltà economiche e mancanza di opportunità
- Il Mercato del lavoro non sempre offre opportunità
- Pressione sociale
- Il rischio di trasformare la passione in obbligo
- Equilibrio tra vita lavorativa e personale
TESI A FAVORE
Benessere psicologico e motivazione
Svolgere un lavoro che piace aumenta la soddisfazione personale e riduce lo stress. La passione per ciò che si fa accresce la motivazione e l’impegno, portando a risultati migliori.
Maggiore produttività e qualità del lavoro
Se si ama il proprio lavoro, si è più disposti a migliorarsi, acquisire nuove competenze e innovare. La produttività trae beneficio da un’attività svolta con soddisfazione, migliorando e aumentando in qualità e quantità.
La qualità del lavoro tende a essere superiore perché si è più coinvolti e attenti ai dettagli.
Sostenibilità a lungo termine
Fare un lavoro appagante riduce il rischio di burnout e insoddisfazione professionale.
Le carriere costruite sulla passione tendono a essere più longeve, perché la motivazione non dipende solo dallo stipendio.
Realizzazione personale
Un lavoro gratificante permette di esprimere meglio le proprie capacità e i propri talenti. Avere un impatto positivo sulla società attraverso il proprio lavoro accresce il senso di realizzazione.
Maggiore adattabilità ai cambiamenti
Chi è appassionato del proprio lavoro è più incline a reinventarsi e a superare ostacoli, rendendosi più resiliente ai cambiamenti del Mercato.
TESI CONTRARIE
Difficoltà economiche e mancanza di opportunità
Non tutti i lavori che appassionano sono ben pagati o offrono stabilità economica.
Alcuni settori molto desiderati (es. arte, sport, musica) hanno pochi posti disponibili o richiedono doti eccezionali, rendendo difficile il sostentamento o l’inserimento.
Il Mercato del lavoro non sempre offre opportunità
La società ha bisogno di professionisti in ambiti spesso poco attrattivi, come agricoltura o industria pesante. Inoltre, il Mercato del lavoro cambia velocemente e un lavoro “dei sogni” oggi potrebbe non esistere più domani.
Pressione sociale
Il messaggio che si debba per forza amare il proprio lavoro o seguire le proprie passioni può generare frustrazione in chi non riesce a trovare la propria vocazione. Molti lavori non sono intrinsecamente piacevoli, ma sono comunque dignitosi e necessari.
Il rischio di trasformare la passione in obbligo
Ciò che si ama può perdere il suo fascino quando diventa un dovere quotidiano con pressioni economiche. Molti creativi o appassionati hanno smesso di godere della loro passione una volta trasformata in una fonte di reddito.
Equilibrio tra vita lavorativa e personale
Il desiderio di fare il lavoro che si ama può portare a trascurare altri aspetti della vita, come famiglia, amicizie e tempo libero. Alcuni lavori appassionanti richiedono un impegno eccessivo che può compromettere il benessere personale.
Conclusioni
Il dibattito non ha una risposta univoca. Se da un lato fare un lavoro che piace porta benessere e realizzazione, dall’altro bisogna considerare i limiti imposti dal Mercato, dalla necessità di stabilità economica e dal rischio di disillusione.
Un equilibrio tra passione e pragmatismo sembra essere la chiave per una carriera soddisfacente e sostenibile.
👉 Suggerimento
Chiedetevi prima di tutto COSA volete e poi COME potete ottenerlo.
Se riuscirete a trovare la risposta alla prima domanda, troverete anche quella alla seconda.
Ma non viceversa.
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